I Lettura:
At 5,12-16
II Lettura:
Ap 1,9-13.17-19
Vangelo:
Gv 20,19-31
Testi di riferimento:
Gen 2,7; Gb 7,9; 33,4; 38,17; Sal 6,6; 33,6; 88,11-13; Sap 16,13-14; Is 38,10; Ez 37,9; Mt 14,33; 16,19; 18,18; 28,19-20; Mc 16,14; Lc 1,45; 24,25.36.39-41.47-49.52; Gv 7,13; 14,16.27; 15,26; 16,5-7.19-22.33; 19,38; At 1,8; 2,38; 10,40-41; 1Cor 15,5; 2Cor 5,16; 1Gv 1,1-3; 5,6; 1Pt 1,8; 3,19; 4,6
1. Il tempo delle apparizioni. I 40 giorni delle apparizioni sono importanti in riferimento alla testimonianza che gli apostoli dovranno rendere. Però non si tratta della testimonianza di qualcosa di esterno a loro. Gesù non appare a tutti “ma a testimoni prescelti da Dio” (At 10,40-41). “Perché Gesù non appare a Pilato e ai sommi sacerdoti?”, si chiedeva nel secondo secolo l'intellettuale Celso schernendo la fede nella risurrezione. Di fatto Gesù non ha voluto apparire a tutti. Anche se può sembrare strano, non è vedere un morto risuscitato che cambia la vita di una persona. Quando Gesù ha risuscitato Lazzaro il sinedrio decide di far morire Gesù. Non è aver visto Gesù risorto che ha cambiato la vita degli apostoli. Quello che ha cambiato la loro vita è stato partecipare di quella risurrezione, ricevere in essi la risurrezione di Cristo attraverso lo Spirito Santo. Per questo essi devono «ricevere potere con la venuta dello Spirito Santo ed essere testimoni» (At 1,8).
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