I Lettura:
At
2,1-11
II Lettura:
Gal 5,16-25
Vangelo:
Gv 15,26-27; 16,12-15
Testi di riferimento:
Gen 2,7; Lv 23,15-21; Nm 11,25; Gb 33,4; 34,14-15; Sal 104,29-30; 146,4; Qo 12,7-8; Is 11,2; Ez 37,9; Dn 5,14; Gv 3,34; 4,23-24; 7,37-39; 14,16-17; 16,7; 17,17-19; At 1,8; Rm 8,9.14-16; 12,1; 1Cor 2,10-12; 3,16-17; 6,19-20; 12,38; 15,45; 2Cor 6,16; Gal 4,6; Ef 1,17; 1Ts 4,3-8; 1Tm 1,14; Gc 4,5; 1Pt 5,1; 1Gv 2,20.27; Ap 2,7
1.
Il compimento della Pasqua. La Pentecoste è il compimento del mistero pasquale e anche di tutta la storia della salvezza. Quella storia della salvezza voluta da Dio per salvare l'uomo dal peccato e dalla morte, cominciata con la chiamata di Abramo, trova il suo “lieto fine” nella discesa dello Spirito Santo sugli apostoli. Anche l'opera di Cristo, la sua incarnazione, morte, risurrezione e ascensione al cielo, non avrebbe, per noi, effetto senza la Pentecoste. La risurrezione di Cristo, la sua signoria su ogni cosa contemplata nell'evento dell'ascensione al cielo, deve arrivare alla vita delle persone. Ed arriva alla vita delle persone tramite lo Spirito Santo che è lo Spirito di Gesù risorto, che comunica una vita nuova, la sua stessa vita. Ed è solo ricevendo questa vita nuova che è possibile entrare nel regno di Dio (Gv 3,5). La carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio (1Cor 15,50); è necessario ricevere la nuova natura di figli di Dio. Cristo deve salire al Padre per essere presente in mezzo ai discepoli in un modo nuovo e più profondo.
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