I Lettura:
Is 6,1-8
II Lettura:
1Cor 15,1-11
Vangelo:
Lc
5,1-11
Testi di riferimento:
Gen 26,24; 46,3; Es 19,12.20-24; 20,19; Nm 4,5-20; 31,15.18; Dt 5,25; Gs 2,13; 3,3-4; 6,25; 9,20; Gdc 6,23; 13,22; 1Sam 6,20; 2Sam 6,6-10; 8,2; 2Cro 25,12; Gb 42,5-6; Qo 4,17; Is 33,14-15; 43,5; Ger 16,16; Mt 17,6; Lc 18,28; Gv 3,13; 21,3-6; Fil 3,7-8; 2Tm 2,26; Eb 12,18-29
1.
Il tema principale di questa domenica pare essere quello della manifestazione di Dio, il cui apice si realizza in Cristo. Attraverso l'umanità di Gesù Dio rivela se stesso, si fa conoscere, comunica la sua parola, compie la sua salvezza. Se ci si ferma però all'uomo Gesù, quell'uomo che ha condiviso in tutto la condizione umana dei suoi concittadini, si finisce per non accogliere la salvezza. Così è successo a Nazareth. L'episodio descritto nel brano di Vangelo odierno è una sintesi del cammino che farà Pietro e che deve fare ogni discepolo; un cammino che va dall'umanità di Cristo alla sua divinità. Abbiamo infatti il riconoscimento di Cristo prima come maestro (vv. 1-5: la gente accorre da Gesù per ascoltare la parola di Dio, Gesù insegna, Pietro lo chiama “maestro”), poi come profeta (v. 5: Pietro obbedisce alla parola di Gesù), infine come Dio (v. 8: “Signore”). Per giungere a questa professione di fede Pietro ha dovuto accogliere la parola di Gesù come parola divina; e facendo ciò ha raccolto i frutti di quella parola, che a un primo livello sono i pesci pescati, ma ad un livello più profondo è l'incontro con Dio presente in Gesù.
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